Una recente indagine di mercato condotta da Altroconsumo, Bureau Européen des Unions de Consommateurs e International Consumers’ Research and Testing[¹] pubblicata lo scorso febbraio rivela una tendenza emergente: il benessere animale sta diventando un fattore sempre più rilevante nelle decisioni d’acquisto degli italiani.

L’indagine evidenzia che il 91% degli intervistati ritiene cruciale che gli animali siano allevati in condizioni dignitose e che i prodotti disponibili riflettano tali valori etici. Questa necessità di dignità e rispetto si lega in maniera intrinseca al desiderio dei consumatori di avere trasparenza e accuratezza nelle informazioni sui prodotti alimentari, elementi essenziali per una tutela efficace del consumatore.

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Tuttavia, emerge anche una chiara espressione di insoddisfazione, con più della metà degli intervistati che segnala un’offerta insufficiente di tali prodotti nei negozi, un segnale che l’industria e il commercio al dettaglio devono ancora adeguare pienamente la loro proposta alle aspettative del pubblico.

Questo cambio di paradigma riflette una crescente attenzione verso una serie di questioni che si intrecciano con la salute e il benessere degli animali, come la qualità e la sicurezza degli alimenti, la sostenibilità ambientale e l’etica di produzione. Un interesse correlato è rappresentato dalla carne sintetica, un’innovazione che potrebbe rivoluzionare il settore alimentare, riducendo la dipendenza dall’allevamento intensivo.

Discrepanze normative

Fin dagli anni ’80, l’Europa ha iniziato un percorso di sensibilizzazione a favore del benessere animale, introducendo politiche ambientali e normative atte a tutelare la vita degli animali. L’Unione europea, in particolare, si è dotata di un corpus normativo tra i più avanzati a livello mondiale, che copre ogni fase della filiera alimentare: dall’allevamento, al trasporto, fino alla macellazione.

Il concetto di benessere animale che queste normative si propongono di salvaguardare è vasto e complesso. Va ben oltre la semplice assenza di malattie, come chiarito dall’Organizzazione mondiale per la sanità animale. Esso sottolinea, infatti, il diritto intrinseco degli animali ad una vita che rispetti pienamente i loro bisogni naturali e istintuali. La visione implica l’obbligo di proteggerli da situazioni di privazione, come la mancanza di cibo e acqua, e di prevenire qualsiasi forma di malessere, sia fisico che emotivo.

La necessità di trasparenza nell’etichettatura

Nonostante il quadro normativo europeo sia all’avanguardia nella promozione del benessere animale, persistono alcune criticità, in particolare per quanto riguarda l’etichettatura dei prodotti. Le leggi attuali, benché create per guidare i consumatori verso scelte informate e consapevoli, talvolta generano più confusione che chiarezza.

Manca infatti una coerenza nei criteri di valutazione del benessere animale, questo crea confusione tra i consumatori e una concorrenza non equa tra produttori. Inoltre, le etichette spesso riportano indicazioni di provenienza nazionale, influenzando i consumatori verso prodotti locali e ostacolando l’inclusione di operatori esteri negli schemi di etichettatura, a causa di difficoltà geografiche e logistiche.

Verso un cambiamento sostenibile e consapevole nel mercato

La crescente attenzione per il benessere animale ha iniziato a influenzare significativamente il mercato e la legislazione. I consumatori, esercitando il loro potere d’acquisto, stanno inducendo le aziende a migliorare le pratiche di allevamento e a conformarsi a certificazioni volontarie che garantiscono standard elevati di benessere animale.

Questo impegno fa parte di un movimento più ampio verso una sostenibilità complessiva, in cui la salute degli animali, l’ecosistema e il benessere umano sono intimamente collegati. Le sfide non sono poche, ma il percorso intrapreso è chiaro: i consumatori richiedono trasparenza e coerenza e le aziende rispondono adattando il proprio modello di business a un’etica di responsabilità e sostenibilità. 

Fonti:

[1] L’indagine di Altroconsumo, Beuc e Icrt

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Cibelle Dardi Da Silva

Cibelle Dardi Da Silva

Navigo costantemente tra parole e numeri per raccontare i cambiamenti nella società e nell'economia, esplorando i temi della finanza personale e della tutela del consumatore. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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